
Sfera Ebbasta live @Assago: si è fatto grande il chico di Cinisello
Sabato 8 aprile 2025, Assago Forum (Milano)
Inauguro il mese di aprile con un bel live – l’ennesimo, tant’è che, se continuo di questo passo, mi tocca pagare l’IMU sulla seconda casa ad Assago. Sono all’Unipol Forum per lo show di Sfera Ebbasta.
Devo ammetterlo, ho acquistato il biglietto per questo concerto a ridosso della data; fino a una settimana prima, non sapevo nemmeno che Sfera avesse in programma delle date milanesi.
Ma, al concerto di Geolier, succede che Sfera è tra gli ospiti e io non posso fare a meno di notare quanto “si è fatto grande il chico di Cinisello”1.
Avete presente quando si dice che anche l’outfit più semplice è ok, basta che valorizzi la silhouette? Ecco, Sfera, quella sera, incarna esattamente questo concetto di moda comfy, essential, sporty, ma assolutamente effective, di impatto: canotta bianca + tuta di felpa (grazie GUÈ per l’assist2) blu…e chi se lo scorda più?!
Se, per tutta l’adolescenza fino agli -enta, ho associato l’iconica canottiera bianca a Ryan Atwood di “The OC”, da quel giorno di fine marzo Sfera è diventato il nuovo indossatore di canotta bianca per eccellenza. Dal bad boy di Orange County al tamarro di Ciny il passo è breve: less is more, yes sir!
Ma, torniamo alla musica, dato che sarei qui per scrivere di questo. Ovviamente i muscoli che si intravedono dalla canotta di Sfera non sono il motivo cardine per cui decido di comprare il biglietto della data milanese. È la curiosità a fare da traino.



27 febbraio 2016, Fabrique (Milano)
Ricordo bene la prima volta che vedo Sfera Ebbasta esibirsi su un palcoscenico. È il 27 febbraio 2016, Marracash porta in scena la sua “vendetta” al Fabrique.
Ad aprire la tappa milanese del Vendetta Tour del King del Rap, tra i più noti ci sono Achille Lauro, Luchè e un tipo che non ho mai visto né sentito prima, che indossa una polo a righe gialle e nere.
Parte una base che definirei magnetica, il tizio sale sul palco e inizia a cantare. Durante la performance propone a più riprese uno strano gesto con la mano, tipo una «C» – Capisco poco, ma mi prendo bene. Trattandosi di un opening, di lì a poco il “novello” artista lascia il palco all’headliner della serata, Fabio Rizzo AKA Marracash.
Ma anche a me quella sera lascia qualcosa, una bella vibe. Tant’è che, a fine concerto, mentre vengo scarrozzata a casa da un’amica, navigo in rete alla ricerca di informazioni su quel tipo, che mi hanno detto chiamarsi Sfera Ebbasta e che quella «C» sta per Ciny = Cinisello, il quartiere periferico milanese da dove viene il (t)rapper.
Passano poche settimane e ribecco Sfera. Questa volta sono al bancone di un noto locale milanese, quando prelevo il drink e mi volto per tornare in pista e…Tatataaaa: in coda, dietro di me, Sfera Ebbasta. Un po’ perché ho già fatto qualche sorso del mio gin tonic e si sa che l’alcool disinibisce, un po’ perché la knowledge del rap mi fa percepire come un’opinione autorevole in materia, mi lascio andare in un banale “Ehy, ma tu sei Sfera Ebbasta!?”. Lui annuisce e io ritorno in pista – Fine.
In realtà, quei due episodi sono soltanto la premessa di un inizio. Di lì a pochissimo, infatti, Sfera Ebbasta diventerà leggenda.


L’era di Sfera
Con il 2016 si inaugura ufficialmente l’Era di Sfera. Gionata Boschetti da Cinisello è un innovatore, un game changer, che si presenta alla Nazione come il Padre della Trap. Porta sul mercato italiano un nuovo genere musicale (la trap, appunto) a cui l’orecchio dell’ascoltatore non è di certo avvezzo, fino a cambiare le regole dell’industria musicale del Bel Paese.
Esiste un ANTE-SFERA. Prima del suo avvento, il termine “TRAP” non è nemmeno riportato dal vocabolario Treccani. Non si conosce la trap – dall’inglese, trap sta per “trappola”. Il riferimento va alle “Trap House”, le vecchie case abbandonate ad Atlanta dove si produceva e commerciava la droga – e la conversazione attorno al rap è pressoché assente. La cultura hip hop appartiene ad una minoranza, il rap lo ascoltiamo in pochi e le charts sono dominate dal pop.
Esiste un POST-SFERA. La svolta nel music business nostrano si ha con Sfera, ma ovviamente il ragazzo non attua la rivoluzione da solo. Insieme a lui, oltre allo storico producer e amico di infanzia Charlie Charles, c’è un fervente gruppetto di giovani ventenni, tutti accomunati dalla pratica del rap, ma ognuno con la propria cifra distintiva. Questi “rivoluzionari” scrivono il loro manifesto nella hit Bimbi (prod. Charlie Charles, sul mic. Izi, Tedua, Rkomi, Ghali e, naturalmente, Sfera).
Il resto è storia…anzi, una neverending story perché si sta scrivendo ancora oggi – nell’ultima decade è, infatti, il rap a dominare incontrastato le classifiche.
Probabilmente vi aspettate che il focus di questo articolo sia il recente concerto di Sfera ad Assago; ma quando l’argomento da trattare coincide con un personaggio così big, rilevante è doveroso dare un respiro più ampio. In fin dei conti il mio commento sullo show del Forum si esaurisce in poche parole: Sfera è un artista che non empatizza granché con il pubblico, ma mi sono divertita!
Basta leggere i suoi testi per capire che $f€ non ha di certo quella bella penna da Accademico della Crusca, o quelle sensibilità ed intelligenza emotiva che definiscono il rap conscious. E sapete una cosa?! VA BENE COSÌ!
Mica possiamo ascoltare la musica solo quando abbiamo il cuore infranto dall’amore o, più in generale, quando siamo emotivamente provati per crogiolarci in stati d’animo tristi e malinconici. La musica è anche intrattenimento, divertimento, leggerezza, è un gioioso inno alla vita.
$f€ propone da sempre un sound che fa “sciallare”; è uno che non tradisce troppo l’emozione – nemmeno quando performa brani più intimi come Notti, o 15 piani – ma che, con fare sicuro, ti guarda dritto e dice “Passa a me la palla, faccio gol, gol, gol, gol, gol” (GOL, feat. GUÉ).
Lo status attuale di Sfera è ormai quello di una rockstar (e lui lo aveva predetto già nel 2018, con il drop dell’album Rockstar), di un’icona, che piaccia o meno.
A ben vedere, non esiste un “rivoluzionario” non divisivo dell’opinione pubblica – con tutto il rispetto per i personaggi che, nella storia, hanno concretamente combattuto in nome degli ideali per apportare un cambiamento all’interno della società.
Like o dislike?! Questo è il grande dilemma del XXI secolo.
Per quanti fan amano $f€, ci saranno sempre altrettanti haters e mi sembra che il chico di Ciny se ne sia sempre abbastanza fregato delle critiche.
Tanto alla fine si sa, che “Sfera Ebbasta piace a tutti come il McDonald”3. L’umanità tutta è, infatti, concorde nel definire il junk food cibo non salutare (spazzatura, appunto), ma siamo tutti altrettanto d’accordo sul fatto che quella voglia di MC Donald’s sia unica, irreplicabile ed introvabile altrove. Non è semplice voglia di Burger&Fries, è proprio voglia di MC.
Allo stesso modo, che lo si apprezzi o meno come artista, a Gionata da Cinisello va riconosciuto il primato di essere stato il primo trapper italiano, unico, l’originale. Molti posteri (e qua, mi riferiscono a chi la trap la fa male, agli artisti improvvisati) sono solo tarocchi, brutte copie contraffatte.
Sin dall’adolescenza, Sfera ha lavorato al suo progetto con grandi dedizione, costanza, fatica e sacrificio fino a raggiungere l’obiettivo.
Oggi, lo ripeto, “si è fatto grande il chico di Cinisello”.
Note