
Sayf Santo subito!
Sayf: 199 L.S. La Santa, Santa Margherita Ligure e Santeria Toscana 31 di Milano
No, non è un esempio di consonanza con la “S”, ma è un buon costrutto sintetico per introdurre Sayf partendo da alcuni luoghi geografici.
Sapete, ci sono artisti per cui il luogo d’origine incide pesantemente sulla produzione artistica e lui è uno di questi.
Sayf Maet (nome d’arte di Adam Sayf Viacava) viene da Genova e già questo la dice lunga. Il capoluogo ligure è, infatti, riconosciuto come la culla del cantautorato italiano: La Scuola Genovese e La Canzone D’Autore dei Maestri Bindi, De Andrè, Lauzi, Paoli ecc…
Sayf appartiene a qualche generazione successiva (classe 1999, ecco perché quel 199), ma nella sua musica è evidente l’eredità di questi Grandi Autori della Canzone Italiana.
Dato che non sono una giornalista professionista, a cui si impone un’imparzialità deontologica di base, mi sento libera di fare outing da subito: amo Sayf alla follia! [“Presi una cotta per te”] 1 Come amo la Nuova Scuola Genovese tutta.
Breve cenno storico: alla Vecchia Scuola Genovese di cui sopra, che si manifesta a partire dagli anni ’60 nella città della Lanterna, fa seguito una Nuova Scuola Genovese. Questa, attiva dagli albori del nuovo millennio, riunisce rapper provenienti da Levante a Ponente della regione (Guesan, Ill Rave, Izi, Tedua, Bresh, Vaz Tè, Disme per citarne alcuni) e trova nella figura di Nader Shah il Padre artistico.
Sayf, cresciuto tra Genova e Santa Margherita – ecco perché quel L.S. La Santa – appartiene a una terza generazione ancora, indice del fatto che la piazza ligure è tutt’oggi calda e vibrante.
A mantenere rovente la fiamma del rap d’autore genovese ci pensa, appunto, il collettivo nato nel segno del multiculturalismo di Genovarabe, di cui il nostro Yfsa (secondo una semplice equazione, Yfsa sta a Sayf con la stessa logica per cui Rkomi sta a Mirko) è l’esponente di spicco, insieme ai fratelli acquisiti Helmi, Marvin, Sossy, Willy, Vincé e Laboo.
Tornando “Tutta focus, tutta focalizzata” 2 sul nostro Adam, ammetto di essere finita dentro con tutte le scarpe nel mio periodo Sayf, un po’ come Picasso ha il suo periodo rosa – che, per l’artista di Guernica, indica la rinascita dopo la crisi del periodo blu, connotato da colori scuri e soggetti cupi.
Sayf è un trionfo di colori accesi,
è portatore di vibrazioni positive,
è un gioioso inno alla vita,
è lo slancio vitale dannunziano
e molto, moltissimo, altro…Il frè dalle origini tunisine fa venire voglia di vivere cum gaudio3 persino a una come me, votata dalla nascita al pessimismo cosmico leopardiano.
Sayf è un invito a danzare su sensuali note spagnoleggianti, a strombazzare improvvisando come il più libero dei musicisti di strada; a militare all’interno della società con coscienza politica, a sorridere con fiducia per espiare anche il dolore più opprimente.
Perché Adam, nonostante la giovane età, sa molto bene che la vita è un Everyday Struggle4. Ma, soltanto chi ha fede in questa vita, chi accetta umilmente di nutrirsi di pane quotidiano&sacrificio, viene ricompensato – “Gli si stanno aprendo gli occhi, qua c’è odore di recupero”, canta Yfsa, mentre ripete come un mantra: “Inchallah” = SE DIO VUOLE.
Verso il meritato successo, Inchallah
E proprio SE DIO VUOLE è il titolo dell’ep uscito lo scorso 7 febbraio che consegna Sayf al successo, portandolo ad esibirsi live in ben due date sold out in Santeria Toscana 31 a Milano, la capitale italiana del music system.



Già 4 / 5 anni fa colgo l’enorme potenziale del talento italo-tunisino in termini di qualità, originalità e poliedricità, quando lo sento per la prima volta in feat. con Guesan5, in un brano che è un vero e proprio esercizio di stile rap, SquatSquotSquadSwat (per scrivere correttamente il titolo ho chiaramente googlato).
Poi, scelgo di “aprire definitivamente la busta, Maria” per abbracciare con convinzione la musica di Yfsa all’ascolto di Telegiornale, rimanendo rapita da quel “Ma che bel mood, ah”.
Ma torniamo ad oggi. Le date milanesi in Santeria non fanno altro che confermare quella che è ormai un’evidenza: è ora che Sayf “sta diventando grande!” 6– sempre Inchallah, ovvio.
Sayf in Santeria? Rappa e suona la tromba!
In Santeria Sayf regala ai presenti un vero e proprio show di altissima qualità.
Se ci faccio caso, mi capito molto spesso di associare il termine «qualità» all’arte di Sayf.
Sarà un po’ perché l’ondata trap dell’ultimo decennio ha distolto l’attenzione dalla ricercatezza testuale, dalla bella scrittura e dalla ricchezza in contenuti, tutti elementi che, al contrario, riscontro nella musica di Sayf (e viva Dio!).
Sarà per via di quel bagaglio culturale e autoriale che una città come GE trasmette per forza di cose ai suoi abitanti, soprattutto a chi possiede un estro artistico.
Sarà perché il ragazzo sembra davvero una personcina a modo, pura, sempre sorridente, buona, umile e grata che non si può rimanere immune al suo fascino.
Durante il concerto si lascia andare a più riprese in uno spontaneo e sincero “Sono contento!” e condivide il palco con i suoi “potes”7 di Genovarabe come fosse una vittoria di squadra.
Non esagero se dico che Sayf è una rarità all’interno dell’industria musicale attuale.
È un Artista completo (la A maiuscola non è un caso): rappa, canta, balla, scrive e suona.
È stiloso con i suoi lughi rasta biondo cenere, è “l’alcolizzato più bello del suo paese”8 in Occhialata Carrera.
È un entertainer ed è pure un trombettista – Yfsa SANTISSIMO!
E lui ci sbatte in faccia questa bella verità fino al termine dello show, regalandoci un outro incredibile, in cui (ri)mette in luce il suo carattere poliedrico: è il momento dei saluti e il rapper presenta uno ad uno i membri del suo entourage in freestyle, suonando la tromba e invitando il pubblico a cantare con lui.
Torno a casa a dir poco soddisfatta, adeguatamente ricompensata della spesa del biglietto e con un pensiero insolito. Forse quel biglietto è costato troppo poco, considerando i prezzi alle stelle dei concerti di oggi. Forse il palco del Santeria (con tutto il rispetto per lo storico locale milanese) è già troppo piccolo per contenere l’enorme talento di quel ragazzo.
Per quanto ij vac pazz (= apprezzi, come direbbe il buon Vincè di Genovarabe) per il carattere intimo che offrono le location di dimensioni modeste, come può essere il Santeria appunto9, vorrei vedere Sayf andare sempre più up, fin “Sulle stelle, le più lontane” 10.
Sempre se (anche) Dio vuole – Inchallah, ca va sans dire11.
NOTE
- Dal ritornello del brano Una cotta per te, pubblicato nel 2022. ↩︎
- Iconica barra di Sayf contenuta nel fortunato feat. con Disme e Ele A – CHANELINA SOUBRETTE. ↩︎
- Dal latino, «con gioia». ↩︎
- Così intitola un suo album e singolo del 2020. ↩︎
- Guesan è una delle voci più rappresentative di Wild Bandana, il collettivo che incarna la Nuova Scuola Genovese. ↩︎
- È la barra profetica che Sayf ripete in chiusura del brano di intro all’ultimo ep, Se Dio Vuole. ↩︎
- Dal francese, “Fratelli, Amici, Compagni”. ↩︎
- Cit. dalla hit Occhialata Carrera. ↩︎
- Per intenderci, mi “gasano” di più i live al Santeria o al Fabrique, rispetto ad Assago perché il rap suona meglio in contesti meno dispersivi, è più real. ↩︎
- STELLE, brano di Sayf – Laboo, 2024 ↩︎
- Francesismo, trad. “È ovvio”. ↩︎